Tecarterapia Atermica: tra temperatura e stimolazione

TECARTERAPIA ATERMICA: TRA TEMPERATURA E STIMOLAZIONE

La Tecarterapia è un tipo di trattamento elettromedicale che trova specifico impiego nella cura dei traumi e patologie infiammatorie dell’apparato muscolo-scheletrico. L’apparecchio che lo contraddistingue è capace di ridurre il dolore e accelerare la naturale riparazione dei tessuti. Oggi ci soffermeremo a parlare della Tecar Atermica, vediamo come usarne l’apparecchio al meglio. 

La Tecarterapia possiede 3 modalità di esecuzione:

  • ATERMIA: il paziente non percepisce nessun cambiamento di temperatura
  • IPERTERMIA: il paziente percepisce calore più o meno intenso
  • OMEOTERMIA: il paziente percepisce un lieve tepore

Quando si parla di atermia nell’ambito della Tecarterapia, dobbiamo considerare una sequenza di fattori che possono cooperare a cambiare di molto l’effetto ricevuto:

  • usare l’apparecchio al minimo della potenza per sfruttare gli effetti di microcircolo e biostimolazione
  • allontanare la piastra cambiando la geometria applicativa , soprattutto con apparecchi più potenti
  • aumentare il diametro dell’elettrodo se possibile
  • aumentare la velocità di spostamento del manipolo 
  • non restare fermi a lavorare su un punto fisso; cosa che può capitare ed essere utile in altri tipi di trattamento

Tutte queste variabili contribuiscono a cambiare il risultato di quello che il fisioterapista sta facendo, ecco perché un impiego attento e ben valutato da parte dell’operatore fa davvero la differenza. 
Negli ultimi anni, rispetto anche solo a 6/7 anni fa, l’utilizzo in Omeotermia (temperatura uguale al corpo) o Atermia (assenza di calore percepito) è stato molto riconsiderato, soprattutto per quanto riguarda i traumi più recenti ed in pazienti acuti. 

Facciamo un esempio: in una distorsione della caviglia, in seconda giornata mai si userebbe calore ovviamente; un buon trattamento però, atermico e drenante (dove lo stesso fisioterapista userà il calore per aprire i gangli linfatici a monte sull’anca ma atermia sulla TT) può aiutare tantissimo il drenaggio ed evitare che un probabile versamento fuoriesca verso il piede e i tessuti, magari fibrotizzando e creando quell’effetto “caviglia di gomma”.

La Tecarterapia non ha affatto lo scopo di curare solo con il calore ma è proprio l’insieme degli effetti che devono essere ricercati che ne specifica l’eccellente efficienza. 

I suoi ottimi effetti sono:

  • l’aumento della micro-ossigenazione
  • l’attività biostimolante