Se il cuore fa i capricci ad alta quota? Il defibrillatore sempre a bordo!

Se il cuore fa i capricci ad alta quota? Il defibrillatore sempre a bordo!

Che cosa succede a bordo di un aereo se un passeggero ha un arresto cardiaco? Come bisogna intervenire? Siamo in grado di sapere dove prendere “al volo” un defibrillatore? Ecco qui proposte, diverse linee guida che ci aiuteranno a comprendere meglio dove è posto un defibrillatore all’interno di un aereo e come usarlo!

 

 

I decessi in volo non sono per fortuna così frequenti se si considera il numero dei viaggiatori: nel 2016 sono state 3 miliardi le persone che hanno preso un volo commerciale e, secondo un calcolo probabilistico, 1 su 14.000-50.000 potrebbe presentare un grave problema di salute durante il volo.

Gli arresti cardiaci rappresentano appena lo 0,3% di tutte le emergenze mediche a bordo, ma sono responsabili del’86% dei casi di morte in volo. Il personale di bordo dovrebbe essere addestrato per la rianimazione cardiopolmonare, ma non tutte le compagnie hanno il defibrillatore. E in genere si conta sulla presenza di un medico a bordo.

Ecco perché al congresso dell’Esa, la società europea di Anestesiologia, un gruppo guidato da Jochen Hinkelbein, che oltre ad essere anestesista all’università di Colonia è anche presidente della società tedesca per la medicina aerospaziale, ha presentato alcune linee guida per combattere gli arresti cardiaci in volo.

«Applicando le 28 raccomandazioni delle nostre linee guida – precisa Hinkelbein – contiamo di poter salvare oltre il 50 per cento di chi è colpito da arresto cardiaco in volo. L’incidenza delle emergenze in volo è di circa un caso su trentamila, lo 0,3% sono arresti cardiaci».

Ovviamente una delle cose fondamentali è l’addestramento del personale di bordo. Almeno due membri dell’equipaggio devono conoscere la Bls, basic life support, la rianimazione cardiopolmonare. Oltre che sapere utilizzare il defibrillatore dotato di elettrocardiogramma.

«Nel mondo ci sono circa mille morti l’anno in volo – spiega Fabrizio Cirillo, anestesista rianimatore all’ospedale di Foligno – e molti di loro possono essere salvati. Bisogna però dotare gli aerei di farmaci di emergenza, di maschere laringee. O ancora il pulsossimetro, permette, attraverso i capillari di un dito o dell’orecchio, di stimare la percentuale di ossigeno nel sangue. E anche di una pistola che permette di iniettare un farmaco per via intraossea, quando non si ha a disposizione la via venosa».

Importante e da non sottovalutare è anche la comunicazione ai passeggeri prima del decollo. Oltre a farci osservare tutte quelle che sono le mosse da compiere in caso di avaria dell’aereo, bisogna vengano date informazioni sulla localizzazione dei kit di emergenza e dei defibrillatori. E che ci si informi sulla presenza di medici o infermieri a bordo.

Viene raccomandato inoltre che tutti gli aerei abbiamo a bordo un defibrillatore esterno automatico, in grado anche di registrare un ECG.

Negli Stati Uniti è stato stabilito che ogni aereo della capacità di carico di almeno 3,5 tonnellate, deve essere dotato di un defibrillatore a bordo. Una direttiva del 2006, poi, ha stabilito come deve avvenire l’addestramento del personale di volo all’uso di tali dispositivi.

L’installazione dei defibrillatori automatici esterni (DAE) e dell’addestramento del personale costò alle compagnie aeree statunitensi 16 milioni di dollari. Tra l’altro, l’Aviation Medical Assistance Act del 1998 ha stabilito che sia i Vettori che i passeggeri che si offrono a praticare la defibrillazione non possono essere perseguibili penalmente in caso della morte di un passeggero in seguito al tentativo di soccorso durante l’emergenza in volo.

La legge italiana non prevede ancora l’obbligo di installare dispositivi di defibrillazione a bordo degli aeromobili, anche se qualche tentativo in passato è stato fatto. La prima proposta di legge è datata 4 febbraio 1988.

Venne presentata nel corso della X legislatura dal Senatore Boato, ma il decreto è rimasto in attesa di un’approvazione definitiva. Successivamente, un decreto legge presentato dai Senatori IDV Lannutti, Mascitelli e Carlino, propose una soluzione definitiva alla questione attraverso:

l’istituzione di corsi di formazione l’individuazione dei luoghi adatti all’installazione dei defibrillatori l’addestramento del personale al loro utilizzo.

L’esame della legge non è, però, mai iniziato.

Di recente, il 10 marzo 2014, l’on. Maria Greco, ha presentato alla Camera dei Deputati un disegno di legge per l’istituzione di un servizio di assistenza sanitaria sugli aerei di piccola, media e lunga tratta. In attesa che anche questo disegno di legge venga approvato, alcune compagnie aeree hanno deciso di dotare il kit di soccorso per le emergenze con un defibrillatore. L’adozione del defibrillatore come mezzo fondamentale per salvare vite umane, attualmente è dunque lasciata alla discrezionalità delle diverse compagnie aeree.

Attualmente tutte le compagnie aeree che volano su rotte intercontinentali dispongono di defibrillatori DAE.