Pulsossimentro, unico ed efficiente per un monitoraggio continuo e costante

Pulsossimentro, unico ed efficiente per un monitoraggio continuo e costante

Il Pulsossimetro è uno strumento che consente di misurare e monitorare il grado di saturazione di ossigeno. È una metodica non invasiva e completamente indolore adatti a tutti i tipi di pazienti. Ma cos’è un Pulsossimetro e com’è fatto? Vediamolo insieme!

Pulsossimetro: un dispositivo medico tutto da scoprire

Il Saturimetro o Pulsiossimetro o definito ancora Ossimetro, è un dispositivo medico che si usa per controllare in modo continuo e costante lo stato di ossigenazione del sangue. Questa tecnologia semplice, non invasiva e di facile utilizzo, venne ideata negli anni ’30 e sviluppata durante la II Guerra Mondiale.

Il Pulsossimetro è oggi uno strumento portatile e rappresenta un importantissimo passo avanti per il controllo continuo e costante dei pazienti, ad un basso costo. Più nel dettaglio, il pulsossimetro permette di misurare la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso periferico (definita con la sigla “SpO2”) e, nello stesso istante, consente di misurare anche la frequenza cardiaca del paziente stesso.

È composto da una sonda a forma di pinza, composta da due diodi che generano fasci di luce nel campo del rosso e dell’infrarosso e da una fotocellula che riceve la luce dopo che i fasci hanno attraversato la cute e la circolazione del paziente. La sonda si applica normalmente sul dito di una mano o sul lobo dell’orecchio. Ad ogni battito cardiaco è possibile visualizzare:

  • la saturazione dell’ossigeno
  • la frequenza
  • l’intensità del polso del paziente

Il Pulsossimetro permette di misurare la percentuale di emoglobina legata nel sangue ma non consente di stabilire con quale gas essa è legata. Questo apparecchio permette di rendere visibile:

  • la frequenza cardiaca
  • l’intensità della pulsazione

Il suo impiego è previsto nei reparti ospedalieri e sui mezzi di soccorso da personale sanitario e non, permettendo una diagnosi anticipata. È uno strumento semplice da utilizzare poiché è tutto automatizzato e, per questo motivo, può essere impiegato con facilità anche in ambito casalingo e non solo in ambito medico ed ospedaliero. Questo strumento può essere utilizzato su qualsiasi tipo di paziente, inclusi neonati, bambini, adulti e anziani.

L’uso del Pulsossimetro in condizioni non ottimali può implicare errori di lettura che possono falsare i risultati ottenuti, ad esempio lo smalto per unghie che copre le lunghezze d’onda generate dalla sonda, rendendo approssimativa la misurazione al dito. Anche l’eccessivo movimento durante la misurazione può a stravolgere il risultato.

L’apparecchio, utilizzando fasci luminosi a due sole lunghezze d’onda, riesce ad identificare le molecole di emoglobina libera e quelle sature, ma non è in grado di riconoscere l’emoglobina satura in ossigeno da quella satura ad esempio di ossido di carbonio. Non è quindi possibile diagnosticare un’intossicazione da monossido di carbonio con questo strumento.

In conclusione il pulsossimetro, usato correttamente, consente di ottenere importanti dati sullo stato di ossigenazione del sangue in modo continuo, semplice e affidabile.