Elettrocardiografo: scopriamo qualcosa sulle sue funzionalità!

Elettrocardiografo: scopriamo cos’è e quali sono le sue componenti!

L’elettrocardiografo è uno strumento medico in grado di rilevare l’attività cardiaca. Questo tipo di strumento viene utilizzato in diverse situazioni, sia in corsia, sia negli ambulatori, sia nelle sale di primo intervento. Ma effettivamente come funziona e quali sono le sue componenti?

L’elettrocardiografo è uno degli strumenti che i medici utilizzano per valutare, diagnosticare e monitorare le funzioni cardiache del paziente.

È lo strumento medico necessario per l’esecuzione dell’elettrocardiogramma (ECG), un esame diagnostico che ha il compito di registrare e riprodurre graficamente in un tracciato l’attività elettrica del cuore e di conseguenza di verificarne il corretto funzionamento.

Il tracciato ha in genere un andamento distintivo che varia in presenza di incertezze o anomalie.
I tratti che lo compongono si ripetono a ogni ciclo cardiaco e si chiamano onde. Ne sono un esempio:

  • Onda P, la prima che si genera, rappresenta l’attivazione degli atri (depolarizzazione) ed è di piccola portata.
  • Onda T rappresenta il recupero dei ventricoli cardiaci, se è di ampiezza aumentata può essere ricondotta a un infarto miocardico.
  • Complesso QRS rappresenta la diffusione dello stimolo elettrico nei ventricoli (depolarizzazione)
  • Onda Q: è negativa e di piccole dimensioni e corrisponde alla depolarizzazione del setto interventricolare.
  • Onda R: è un picco molto alto e positivo e corrisponde alla depolarizzazione dell’apice del ventricolo sinistro.
  • Onda S: è anche essa negativa e di scarse dimensioni visto che corrisponde alla depolarizzazione delle regioni basale posteriore del ventricolo sinistro.
  • Onda U: non è sempre possibile visualizzarla in un tracciato ma rappresenta la ripolarizzazione dei muscoli papillari.

onde elettrocardiografo

L’elettrocardiografo è un dispositivo dotato di un voltmetro registratore e di fili elettrici che collegano l’apparecchio al paziente attraverso elettrodi applicati sull’epidermide.
Il voltmetro permette di misurare con estrema precisione l’attività elettrica del cuore. Per poterlo fare è necessario usare dei sottili fili elettrici, che dall’elettrocardiografo giungono fino all’area del petto del paziente posta nei pressi dell’organo cardiaco. Il risultato dell’esame elettrocardiografico si evidenzia come una linea continua, che si muove verso l’alto e verso il basso, con andamento irregolare. Ogni spostamento è dovuto al singolo battito del cuore.

Gli elettrodi di norma sono 10:

  • 6 per il torace
  • 4 periferici: hanno colori diversi, elettrodo rosso su polso destro (r), elettrodo giallo su polso sinistro (l), elettrodo nero su caviglia destra (n) ed elettrodo verde su caviglia sinistra (f)

ed è da questi che si acquisisce “l’impulso elettrico” generato dal cuore, in 12 derivazioni. Un monitor che consente di visualizzare graficamente il tracciato.

L’elettrocardiogramma può essere eseguito sia con il paziente a riposo sia quando lo stesso è sotto sforzo.
Nel primo caso il paziente è sdraiato sul lettino, gli vengono applicati gli elettrodi sulla cute che captano i segnali elettrici del cuore e li trasmettono, tramite i fili elettrici, all’elettrocardiografo. Questo li elabora e li riproduce graficamente sul monitor.
L’esame sotto sforzo si esegue mentre il paziente cammina su un tapis roulant o pedala in cyclette.